Sic, NdR, Cfr e altre locuzioni che si trovano nei testi italiani: ecco che cosa significano!

Leggendo alcuni testi, specialmente quelli leggermente più complessi, troviamo a volte delle abbreviazioni un po’ particolari all’interno di essi.

Ogni tanto, nel bel mezzo di un discorso, troviamo una parentesi con scritto (NdR), oppure (Sic!) e non ne comprendiamo il significato. Infatti, che cosa significano queste locuzioni e perché vengono inserite? In questa lista cercheremo di fare chiarezza su alcune delle espressioni meno chiare della nostra lingua.

1. NdR, Nota del Redattore

NdR è una delle espressioni più comuni, e la ritroviamo anche nei testi su internet, spesso e volentieri.

Il suo significato è Nota del Redattore, e si utilizza quando chi scrive vuole apportare qualcosa in più per far comprendere meglio il discorso di cui si sta parlando. Se io sto parlando di qualcosa che presuppongo il lettore sappia, posso inserirlo come nella frase: “Matteo Renzi (Presidente del consiglio, NdR) è andato…”.

Alcune varianti sono NdA, Nota dell’Autore, NdT, Nota del Traduttore, ed NdC, Nota del Curatore.

2. Sic!, Così

Altra espressione molto comune che si trova nei testi è questa. Posso scrivere “Un camaleonte ha una velocità di estrazione della lingua di 100 Km/h (Sic!)”.

L’espressione, da intendere come “È così, non ho sbagliato a scrivere” si mette quando la frase potrebbe essere difficile da credere, per far capire che non si tratta di un errore di battitura ma che chi ha scritto ha ricontrollato attentamente ciò che ha scritto ed è sicuro che sia in questo modo.

3. Cfr o Cf, Confer

Questa espressione si trova nei testi alcune delle cui parti rimandano a qualcosa che è interessante vedere. In latino è Confer, in italiano semplicemente Confronta.

L’utilizzo più comune è il rimando ad un’altra parte, come “La cellula (cfr. cap. 2)”, per dire che se vuoi saperne di più devi vedere il secondo capitolo dove si parla della Cellula. Può essere riferito anche ad un altro argomento, non necessariamente a qualcosa trattato nello stesso libro o nella stessa opera.

4. I.e., Cioè

I.e. È un’abbreviazione che deriva dal latino e sta per Id est, in italiano semplicemente Cioè.

Il suo utilizzo è lquanto semplice, perché si inserisce all’interno di una frase per indicarne una precisazione. Posso scrivere ad esempio “Solo un paese, i.e. Nepal, ha una bandiera non quadrangolare”. Si trova soprattutto in matematica.

5. E.g, Exempli gratia

Ad oggi è quasi sempre sostituita con Es., ovver Esempio, ma in molti testi si trova ancora la forma latina dell’espressione, che sta per Exempli Gratia.

L’utilizzo serve a far capire meglio un certo concetto di cui, appunto, si riporta un esempio. La frase “Un animale, e.g. il coccordillo, è…” è un tipico esempio in cui si può trovare. Più rara ma comunque presente anche l’espressione v.g, dhe sta per Verbi Gratia, ed ha lo strsso identico significato.

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