In questa lista vi portiamo direttamente all’interno dell’Antica Roma, in una delle società sicuramente più importanti per la nostra storia, ma non così conosciuta.
Perché non parleremo di imperatori o guerre, ma della vita di tutti i giorni: lo faremo attraverso cinque usanze, alcune delle quali si sono tramandate fino ai giorni nostri, che gli antichi romani consideravano assolutamente normali.
1. Le pietre miliari
Quando una persona ricopre un ruolo importante che sta alla base di qualcosa, si dice che ne costituisce la pietra miliare.
In realtà, queste pietre erano veramente importanti nell’Antica Roma, dove servivano, posizionate una ad ogni miglio delle strade più importanti, a segnalare la distanza che intercorreva tra quel punto e la città. Il che, in assenza di Google Maps, era utilissimo.
2. Il blocco del traffico
Può sembrare strano, ma già i romani contemplavano il blocco del traffico nelle città.
Certo, in quel caso il problema non erano sicuramente le automobili, quanto i mezzi di locomozione dell’epoca, carrozze e cavalli. Ma qual era il problema, se non lo smog? Beh, anche i cavalli a loro modo inquinano le strade. E l’odore, durante il giorno, non doveva essere affatto piacevole…
3. Le battaglie navali
Se pensiamo ai gladiatori, ci viene abbastanza semplice pensare come nell’antica Roma non c’era Clash of Clans, ma la guerra era letteralmente amata.
Quello che molti non sanno è che oltre alle battaglie tra gladiatori esistevano anche le naumachie, che erano il loro corrispettivo navale: navi che, per spettacolo, facevano la guerra!
4. La sposa in braccio allo sposo
Nel corso dei matrimoni, è tradizione che lo sposo porti in braccio la sposa, quando entrano in casa.
Questa tradizione deriva direttamente dall’antica Roma, dove tutto si doveva ad una superstizione: se la sposa fosse inciampata sulla porta di casa, la dea del focolare non avrebbe benedetto lei e la sua famiglia.
5. Il 17 che porta sfortuna
Anche la storia del numero 17, che come ben sappiamo è presagio di cattiva sorte, deriva dall’antica Roma.
Il motivo, anche qui, è semplice: il numero 17 scritto in numeri romani si scrive XVII. Anagrammata, questa parola sarebbe VIXI, ovvero “vissi”, “ho vissuto”. Insomma, per chi lo scriveva era come dire “sono morto”.